fine di una terapia

la fortezza è il tempo
del rammendo. é tempo, per me
di splendere

9 dicembre 2006


Uscito dal buio che parla,
il vento sulla pelle è una carezza
di pioggia notturna: acqua feconda!
Riscopre i lineamenti del tempo,
i suoi segni... ora che riconosco
il passato negli umidi solchi
più sicuro è il passo,
non importa la meta.
Stanotte sono io
il mio traguardo.

And the wind blows through the glenn...

1 dicembre 2006


Non c'è stazione, nè fermata.
Solo il viaggio.
Dalla valle alle colline,
dai colli alla pianura,
è tutto un degradare stanco e lento,
mai diverso, verso una meta che non è
un approdo, e diverrà,
senza cambiare, una nuova partenza.
Non c'è ascesa, solo un verde
declino, nel pomeriggio di ferro
freddo. Un freddo che sa
di ferro.

10 novembre 2006


Lacrime sull'asfalto. anche
un solo abbraccio potrebbe
dare sorriso
al cuore. ma mancano
le mani. e il tatto

il cereale che crepita
nel latte bianco
come un vuoto: così
scopro il rumore
della solitudine.

un solo abbraccio
darebbe sorriso
ma mancano le mani.

8 ottobre 2006


Seduto sulla riva del torrente
la fiamma che brucia il tabacco
sembra chiedere: "è questo il tuo posto?"
Lasciamo la risposta a questo
silente fluire...

25 settembre 2006


Piove.
Ogni goccia è un pezzo di me che sparisce ingoiato dall'asfalto.
E' asfalto nuovo, un nuovo strato di rifugi.
Il mondo inghiottirà quest'anima senza speranza?
Non c'è cura a questo strano sentire, un male che non è noia, e non è tristezza.
E' male, sa di male con il suo sapore dolciastro, piacevole.
Lo riconosci? il sapore della pioggia?
Non quella che bevevi da bambino, quando spalancavi le labbra verso il cielo e potevi gridare, muto.
E potevi bere di questo nettare che è speranza, e che ora è solo acido.
Quest'acqua trascorsa sotto i ponti del tempo, perchè l'anima è un naufrago sulle sponde di un'inondazione.
Come il fango che resta. Come le rovine che riemergono dopo l'onda della Storia.
Piove.
E tutto sa di terra bruciata, come se fosse un pianto di scintille.
Il mondo inghiottirà quest'anima senza speranza?
Conosco il mondo, ignorandone il senso. Questo è conoscere?
No, è subìre la vita, i suoi moti, le sue debolezze e le sue gomitate.
Chiedo il perdono per i mali non commessi, chiedo senza ricompense il segno che tutto cambierà.

Inghiottisci quest'anima senza speranza, mondo.
Io ne sono già sazio.

9 giugno 2006

Le strade leccate dal sole
sopravvissutte ad un notturno temporale (dicono)
fermevano di fervore cittadino:
il capocantiere istruiva gli operai,
la venditrice equa e solidale
che ridipingeva la striscia arancione
delle vetrine, il commesso
che rendeva i vetri della sua boutique
trasparenti, quasi invisibili,
il camioncino dei rifiuti
che con solerzia raccoglieva il refuso
della civiltà notturna, rendendo le strade
del centro pulite e vivibili, piazza del duomo
in piena rivoluzione, ora che stanno montando
il maxischermo per uno dei pochi
momenti di vero patriottismo: il mondiale...
Quale fermento nella piccola trento!
Come un sorriso al mattino,
oggi il sole accarezza le mie solitudini
le mie solitudini...