venivo alla nulla distanza, per portare
un casto disgelo dell'estate, per scoprirmi
felice a vederti nel sonno, tenere e
indecise voluttà senza titolo, e non volevo
altro che sapere come si può
fare, quando accettare il dolore nella sostanza
è rifugiarsi in immagini sbiadite che si credono
vive, quando abbiamo la paura, come si fa
un desiderio di noi, che non sa (non può)
di viscere? già è dolce peccato.
venivo e non volevo altro che la tenera
mia mano tra i capelli fini, venivo a noi
carico di noi, e noi è stato solo un cauto saluto
alla stazione.
se è solo desiderio, questo nodo freddo, le potenze
sciogliamo, in un abbraccio sporco
di baci