fine di una terapia

la fortezza è il tempo
del rammendo. é tempo, per me
di splendere

27 agosto 2008


vecchi gli amici, vecchie le taverne,
non uso più a quei nomi un tempo appresi.
gli amici, lontani o solo assenti, li conti,
quelli veri tra le grate ultime righe
di una pagina di tesi

26 agosto 2008


Qualcuno mi ama, mi pensa, qualcuno
mi telefona.

(le scie nel cielo, alla fermata)

Intanto stanotte senza sogni ho dormito
abbracciando il cuscino.

24 agosto 2008


Io do la colpa
alla distanza che fa i discorsi
più incerti, che fa le parole
velate intuizioni.

E al mutismo delle lettere
battute, che fa ogni senso
incerto, e lascia all'equivoco
l'azione, la reazione.

Alla distanza muta, che non
sa schiudere il sigillo dei pensieri,
e l'inquietudine non lesina.

So la semplicità di tutto, ma sono
le cose che bramano il suono,
che chiamano la voce, chiamano
l'amico.

23 agosto 2008


Sai cosa sono le parole che dici? Ora
le dici da un lontano tempo, per me
solo vino sulle labbra fredde da tre anni.

(Come mi scaldavi le braccia d’inverno, con
caldi baci dietro i vetri appannati).

Eri quotidiano amore, e libero mi stringevi
al petto per non farmi andare. Sai cosa sono
le parole che mi dici? Ora le usi a pietre,
ché una nuova solitudine ti culla
nei nostri letti, i nostri passati letti.

(Come mi stringevi all’inizio dell’autunno, prima
che fossimo foglie in diversi venti).

Ma io vorrò solo il bianco oblio, come la neve
del passato dicembre, che all'arrivo silenziava
l'abbandono, ricopriva, raffreddava.

21 agosto 2008


notte di cicale e fresco di luna
piena, questa notte fa del sonno
un tormento

(che cosa si dicono le cicale? io
vorrei tutto capire)

notte di fresca luna e cicalare
fremente, salgo la salita a parlare
ad un guardiano

sempre solo in una notte di follia,
e anche un po' di affanno, un po'
di nostalgia

che fa del sonno un tormento:
ecco di nuovo soltanto le strade
di Trento

20 agosto 2008


Quanti scorci ci porse la Città
Straniera, noi li guardammo
da una terrazza di abitudini
nuove

18 agosto 2008


l'ultimo giorno di sole è di nuvole a sud.
Io lascio allo sguardo l'ultimo tocco, all'acqua
il suo ultimo luminoso lavoro

17 agosto 2008


l'ultimo seppellisca gli altri, in saluti
stanchi, che già dalle montagne
il vento cambia la stagione,
annuncia il distacco, annuncia
la chimera

15 agosto 2008


Tra i fuochi mi giocavi, giovane di luce lunare,

una sfida d’occhi (questa è terra di sguardi), ma
di me non trovi che un distratto profilo, guarda
piuttosto la luna sull’acqua, la tua ragazza
già ti cinge i fianchi di un più facile amore.

14 agosto 2008


Insegna la pazienza il male della distanza (dovrebbe insegnare), non
per sé rabbia o noia dell'eccesso. E le parole non risultano, le mie
mai: e io ti odio e non ti odio, nelle cose che medita la gente, nella
celebrazione di un nulla - oggi è la spiaggia sotto vento, brulla.

12 agosto 2008


venivo alla nulla distanza, per portare
un casto disgelo dell'estate, per scoprirmi
felice a vederti nel sonno, tenere e
indecise voluttà senza titolo, e non volevo
altro che sapere come si può
fare, quando accettare il dolore nella sostanza
è rifugiarsi in immagini sbiadite che si credono
vive, quando abbiamo la paura, come si fa
un desiderio di noi, che non sa (non può)
di viscere? già è dolce peccato.
venivo e non volevo altro che la tenera
mia mano tra i capelli fini, venivo a noi
carico di noi, e noi è stato solo un cauto saluto
alla stazione.

se è solo desiderio, questo nodo freddo, le potenze
sciogliamo, in un abbraccio sporco
di baci

2 agosto 2008


Conosco queste rotte ferrate, più notti
ho dormito le invisibili città, nella notte
veloce, veloci e invisibili. Conosco
del ferro il rumore, quando si getta
nell’aspro mattino di un mare stretto,
al desiderio della luce in cenere tra le pale.
Conosco la terra e le città, la casa, conosco
il mare e il nome delle cose

Questo mare decadente lascia ogni risposta
all’onda, un voto ad ogni pietra, frammento
di spazio che prende e destina alla risacca
del tempo. Io guardavo alla riva questo mare
decadere, con la paura della verità dell’acqua?

1 agosto 2008


un tempo te lo dissi, ognuno ha il mare
che riesce a raggiungere: io vengo a te.