fine di una terapia

la fortezza è il tempo
del rammendo. é tempo, per me
di splendere

11 dicembre 2007


alla fine te l'ho detto, accompagnandoti alla stazione
con i passi, con le parole, sembrava il giusto momento
ed erano sempre parole di comprensione. era il momento
è più difficile se mi capisci, sdegnarsi per resistere
è più difficile se penso che lo aspettavi, senza drammi
ma riuscirò lo stesso, rubando la forza delle tue ultime parole
di una promessa sancita col giusto tono
una bella amicizia? una bella amicizia.

15 novembre 2007


stanotte il vento ha spazzato l'aria.
e al mattino in balcone si respirava pulito.
ghiaccio bianco nei polmoni.
ho pensato fosse troppo.

sigaretta.

una giornata non molto particolare.

11 settembre 2007


felice abbastanza, forse contento
non ci sono mai le parole giuste
né la stagione giusta per decidere
il ripieno dell’armadio nel mentre
di un amplesso annegato di piaceri
un piacere soffocante, felice abbastanza
e chissà quando lo vivi sul nuovo
lenzuolo di blu, passando pomeriggi
a tende abbassate a nascondere
la fantasia di un pensiero troppo
ricorrente, ma nel suo irresistibile
fumo felice, felice abbastanza

9 settembre 2007


sarà piano il nostro
orizzonte, quando sottile
si farà quel silenzio
imbarazzato. nella goffa aria
serale troveremo
la forza di chi si sa
debole. l'erba fragile sarà
letto di comodi sogni
volatili (che non ricordi,
ma sai di aver vissuto).

sarà piano il nostro
risveglio, sapendo
che mai ci siamo
addormentati, se non
chiudendo gli occhi, i miei
fra le tue labbra, i tuoi
nei miei.

forse ogni sonno
è un destarci diversi.

31 luglio 2007


Non mi escono le parole
fuori. Escono dentro,
sfondando il diaframma
che separa il sangue
dal resto
(dall'acqua?)
(dall'anima?)
Escono dentro e arrestano
la corsa in quel vuoto
che non è vuoto
tra la pelle e lo spirito
lo spazio della vita
è solo un'intercapedine?
Le parole non mi escono,
non bruciano né bagnano,
sono (solo) secche.
Fra tanti pensieri
e tante persone a cui
dire, a cui dare
una voce, sono io
l'unico destinatario?

17 luglio 2007


tintinnio di monete in tasca,
il residuo di una serata di consumate tragedie;
una sera, le chiavi suonano in tasca,
il rumore della distanza che separa i passi;
qualcuno ci ha affibiato la stessa strada,
verso casa - i vicini non si scelgono;
flotte di parole che non levano mai
l'àncora, dal molo che recrimina;
ogni mia auto da fé ti è sospetta, se oso
solamente mettermi a soggetto di una frase;
questa notte cambierò lenzuola al letto,
ma i sentimenti, quelli no, non sono
contratti a termine.

2 luglio 2007


il vento caldo sulle colline stanche
sorride del paese ancora sotto notte
mentre ogni stella ammicca alla vicina
con la complicità di chi in realtà
si annoia con la vita altrui.
spettatrici di un mondo negato
negano a quel mondo le loro voci
e le verità che sanno essere gravi
su asfalti banali di chi non risplende.
vanità di luci che piace agli amanti
innamorati della propria vita, ognuno
la sua, che sembra sempre
essere più vera se ci si sforza
a credere di amare.
un idolo che non perdona
perchè non sa i peccati.
così le stelle si spengono sulla pelle
del cielo, stanco e ucciso
dalle poesie di certi dilettanti
della vita.

17 aprile 2007


caldo, fa caldo
pensavo fosso disgelo
ma è solo sole

14 marzo 2007


Nitidi aloni in fotografia
gli angoli smussati a ovale.
(cornice in arte povera)

E' tutto così strano.

Sullo schermo corrono felici
disgrazie, in fotogrammi

(un grammo di foto, un grammo di immagine?)

La madre lascia il sorriso
del bimbo sopravvivere
e creare un leggero fastidio.

I cassonetti sono sempre troppo vicini.

Ma non gettiamo mai i nostri rifiuti,
se non per farne carta di giornale.

Avevo deciso un giorno di partire
ma ho dimenticato lo spazzolino, e sono tornato
indietro. A chiudere i rubinetti.

Tanta acqua sotto i ponti, nelle fogne
e nei nostri bicchieri.

Sottoposti ad un perenne avvelenamento.
Come topi.

7 febbraio 2007


Mi sono fatto ombra
non perchè tu sia luce, ma per non farmi notare
mentre invado i tuoi spazi di vita

Allora

mi sono fatto ombra
perchè durante il giorno non notassi
la mia presenza ingombrante

Poi

perchè la sera, uscendo la notte,
io potessi confondermi nel buio che ti lambisce

(è tanto che non mi abbracci)

Ora so (...) Ho sbagliato (...) Sbaglio

Il destino di un'ombra: camminare rasente il muro
come condannato a morte

(mi ricordo da piccolo: ferito ferito gravemente coma morto)

Come un condannato a morte

17 gennaio 2007


cammino sul bordo
dei marciapiedi
schivando strade e persone
mi piace
rischiare a freddo
le domande silenziose
e passanti nella luce artificiale
delle sere
mi piace
rispondere senza urlare
ognuno capisce per sé
senza chiedere conferma
ho il passo sicuro
di chi vacilla sull'orlo
a volte so essere

11 gennaio 2007


lacrima leggero il diluvio di un universo
troppo piccolo per non essere bello.
un giorno abbracci infiniti e nessuno
che riconosca il volto solo al tatto.
non vi è cieco, solo chi chiude le mani
e non bagna con il pianto il palmo.

lacrima leggero, o come viene
tanto il cielo non chiede indietro
le sue piogge.

oggi sono solo nubi
senza tempesta.