venticinque sono i giorni che ha richiesto questa attesa
senza opinione. questa notte che viene
dopo oggi che niente di meglio ho saputo fare
se non contare le ore, sapendoti più vicino.
venticinque, i giorni che se durassero tutti
un’ora farebbero poco più di un giorno,
dormendone una notte qualunque.
e questa notte è già venuta, dopo oggi
e non saprò fare che aspettare che passi.
non basta a portare quella quiete
che cerco, la coscienza di un ritorno.
questa notte che ispira poesie
come romanzi, lunghe di tante parole,
ché di tanto tempo non si sa fare
tesoro, senza disperderne le ceneri.
venticinque giorni, venticinque
notti a creare, disfare, io
penelope dei discorsi, ho trovato
un’itaca che ho fatto deserto.
ho cerchiato rossi i numeri del calendario,
e carico di fumo l’attesa, e le domande
non sono spesso quelle giuste, negli occhi,
il volto è la risposta.
come se già nell’incertezza ci fosse
la verità sicura del dolore
nella mancanza, nell’assenza.
questa notte che già passa e ti avvicina, raggruma
le paure, creature dei silenzi che ci siamo
imposti a superiore comunione.
venticinque giorni di chilometri
e pioggia, colpevoli solo, questa
notte, di non essere ancora passati.