fine di una terapia

la fortezza è il tempo
del rammendo. é tempo, per me
di splendere

31 luglio 2007


Non mi escono le parole
fuori. Escono dentro,
sfondando il diaframma
che separa il sangue
dal resto
(dall'acqua?)
(dall'anima?)
Escono dentro e arrestano
la corsa in quel vuoto
che non è vuoto
tra la pelle e lo spirito
lo spazio della vita
è solo un'intercapedine?
Le parole non mi escono,
non bruciano né bagnano,
sono (solo) secche.
Fra tanti pensieri
e tante persone a cui
dire, a cui dare
una voce, sono io
l'unico destinatario?

17 luglio 2007


tintinnio di monete in tasca,
il residuo di una serata di consumate tragedie;
una sera, le chiavi suonano in tasca,
il rumore della distanza che separa i passi;
qualcuno ci ha affibiato la stessa strada,
verso casa - i vicini non si scelgono;
flotte di parole che non levano mai
l'àncora, dal molo che recrimina;
ogni mia auto da fé ti è sospetta, se oso
solamente mettermi a soggetto di una frase;
questa notte cambierò lenzuola al letto,
ma i sentimenti, quelli no, non sono
contratti a termine.

2 luglio 2007


il vento caldo sulle colline stanche
sorride del paese ancora sotto notte
mentre ogni stella ammicca alla vicina
con la complicità di chi in realtà
si annoia con la vita altrui.
spettatrici di un mondo negato
negano a quel mondo le loro voci
e le verità che sanno essere gravi
su asfalti banali di chi non risplende.
vanità di luci che piace agli amanti
innamorati della propria vita, ognuno
la sua, che sembra sempre
essere più vera se ci si sforza
a credere di amare.
un idolo che non perdona
perchè non sa i peccati.
così le stelle si spengono sulla pelle
del cielo, stanco e ucciso
dalle poesie di certi dilettanti
della vita.