camminavo da solo
sulla sponda del solito ruscello
sempre uguale scorre
sempre in un senso diverso.
avevo le labbra secche
per il vento tiepido della sera
una sera già notte
un barlume di primavere.
ad ogni passo non sollevavo
che polveri amare metafore dell'animo
dilaniato anche il gelato del conforto
non era dolce ma insapore.
ho solo le labbra più secche.
forse è il vento.
forse.
le bagno di vodka e tonica
fingendo interesse per le storie
del barista del bar dal nome greco
ma almeno offre l'accendino.
"non sei un ingegnere, sei più
svaccato" e infatti non lo sono
ma non ho lasciato i coinquilini
a casa a disfarsi di bong.
sono uscito da solo.
e ho le labbra sempre più secche.
sarà il vento, forse.
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